lunedì 11 luglio 2011

Il mio primo "200 Km".

Da Gravina ai Laghi di Monticchio e ritorno.

Introduzione.

Quando ho cominciato ad andare in bici, 7 anni fa, il solo pensiero di pedalare per 100 km di fila mi faceva stancare. Figuriamoci per 200 km.
Dopo quasi un anno di stop per acciacchi vari, in cui addirittura stavo ricominciando a fumare qualche sigaretta, mi son rimesso in sella alla mia vecchia Atala slr 200. Era il dicembre del 2009.
Da allora, più o meno costantemente, ho ripreso il feeling con le due ruote e l'asfalto, cominciando ad aumentare, dapprima il numero delle uscite in bici e poi il chilometraggio. Questo spesso grazie anche alla compagnia di amici incontrati per caso per strada.
E' stato tutto naturale. Ho ripreso a leggere articoli, forum e riviste sul mondo delle bdc (bici da corsa) e sul cicloturismo.
Ed è proprio con la mente ad alcuni articoli sulle randonnée,  che un giorno d'estate, rientrando da Poggiorsini con un mio amico, dissi:
"Mi piacerebbe provare a fare 200 km in un'unica giornata!"
Il mio compagno di pedalate rimase per un pò in silenzio, guardandomi attraverso gli occhiali scuri. Dopo però mi chiese:
"E dove vorresti andare?"
Capii che non mi avrebbe accompagnato! Non so se cercassi la compagnia di qualcuno quel giorno! Forse nemmeno io ci credevo fino in fondo.
Risposi: "Mi piacerebbe andare su, sino ai laghi di Monticchio!"
"E' lontano!"
"Beh credo di sì, saranno 100 km ad andare e 100 a venire....giusti giusti"
Sorrise....o almeno credo.
Quando rientrai quel pomeriggio, salendo le scale di casa, pensai che forse un'uscita di quella lunghezza, con il ferro vecchio che stavo portando in spalla, sarebbe stato un azzardo troppo grande.
La mia cara e vecchia "specialissima"  mi avrebbe benissimo potuto lasciare a piedi. E ne avrebbe avuto ben donde. Non sono mai stato  un attento proprietario e compagno di pedalate, e quell'occasione sarebbe stata l'ideale per vendicarsi, lasciandomi a piedi a 100 km da casa.
E' stato anche per questo che è stata sostituita da una nuova "specialissima", una Cannondale Synapse Carbon montata 105. Con una componentistica da entry level, ma dall'ottimo telaio, é nel complesso una bici di sicura affidabilità.
Così, in sella alla mia nuova amica, a partire da gennaio di quest anno, ho cominciato nuovamente ad uscire dopo una pausa autunnale causata da imprevisti vari che mi hanno obbligato a stare a casa. Molte volte è anche vero che, tra ottobre e novembre, ho avuto la possibilità di uscire per qualche sgambata, ma i cigiolii della mia Atala mi demoralizzavano e mi facevano passare la voglia di scendere per strada a sudare.
Dal 2011, però, grazie al nuovo gioiellino, le uscite son diventate sempre più costanti e lunghe e a volte mi sono anche aggregato ad un gruppo di amatori che con le loro continue menate hanno trasformato in veri e propri allenamenti quelle che per me dovevano esere solo delle sgambate.
Se mettiamo in conto lo spinning e qualche seduta di palestra, e le partite di calcetto primaverili che continuano tutt'oggi.....ci si procsciuga :)
Ed in effetti son dimagrito molto da novembre dell'anno scorso. 5 kg sicuramente.
Bene, senza dilungarmi oltre!
E' giugno! e decido di provare i 200 km. Vada come vada, voglio provarci.
Esco costantemente e quando il tempo inclemente non me lo permette, vado in palestra o gioco a calcetto. Fisso la data sperando nel buon tempo. 09 luglio 2011.
Si parte, con 250 km nelle gambe nelle ultime 2 settimane.....un pò pochini!

I preparativi.
La preparazione inizia già la sera prima.
Dovendo alzarmi presto decido di preparare tutta la mia roba in anticipo prima di andare a letto.
Sistemo l'abbigliamento tecnico, attacco il mio improvvisato "bag loop" al manubrio della bici, lubrifico la catena, sistemo gli attrezzi e le due camere d'aria che porterò con me, preparo due panini, riempio due borracce con integratori e le ripongo in frigo.
Dopo una ricca cena a base di carboidrati (riso, patate, pizza), zuccheri e sali minerali (frutta, verdura e acqua), carico il percorso sul mio Garmin 800. La connessione fa le bizze e vado a letto quasi a mezzanotte. Contavo di andarci prima per dormire almeno 8 ore, da buon atleta.
Al mattino sveglia alle 6.15 e subito colazione.
Preferisco non appesantirmi e così ingurgito solo una tazza di latte con cacao e mangio una bella fetta di pastiera alla ricotta.
Mi vesto, metto i panini tagliati a pezzi nel marsupio, tre bustine di sali da aggiungere all'acqua che riempirò fresca lungo il percorso, qualche barretta energetica, il telefono, il portamonete con un documento di identità. Il necessario, quindi, per una bella gita all'insegna del bel tempo e della bici....da vero randagio!
5 minuti di streeching nel portone e alle 7 circa sono per strada.
Accendo il GPS aggancio i pedali e comincio a pedalare aspettando che il Garmin 800 agganci, invece, i satelliti.
Quando son fuori da Gravina ad un bivio sulla strada verso Spinazzola, il Gps mi dice di svoltare a sinistra.......è panico.....la sera prima ho caricato un vecchio percorso.
Sono anche io ad un bivio a questo punto.
Devo decidere se tornare a casa, accendere il pc, ricaricare il percorso corretto e ripartire, oppure continuare senza la traccia.
Decido di continuare, in fondo il tracciato l'ho imparato a memoria, svincoli compresi.

200 km all'arrivo.
L'andatura fino a Spinazzola è blanda. Voglio prendermela comoda ed arrivare al giro di boa bello fresco visto il caldo che mi aspetta.
Alla stazione di servizio al bivio con la SS 230, dopo 36 km, la media è di 25 km/h.
Dopo aver bevuto un caffè e mangiato un cornetto, riparto.
Dopo un paio di chilometri svolto a sinistra per prendere la Basentana, seguendo mentalmente il tracciato che avevo memorizzato al pc.
La Basentana (S.S. 655) è una strada molto ampia sulla quale mi piace molto pedalare. Larga, in pianura e davvero poco trafficata!

S.S. 655
Sono le 8.45 e mi godo la tranquillità della strada approfittando per fare qualche scatto con il cellulare.
Dopo 4 km, in completa solitudine sulla strada larga, lì dove doveva esserci un ponte ci sono dei segnali che indicano che la strada è interrotta. Ecco perchè tanta tranquillità!  Ma su google maps, la strada è bella che segnata....
Non potendo attraversare i campi con la mia bdc, prendo la rampa che si immette sulla S.S. 168 in direzione Palazzo San Gervaso. Da quel punto e fino a Venosa il perocrso l'ho già fatto e la strada la conosco.

S.P. 10

I restanti 25 km da Venosa fino ai laghi di Monticchio li farò seguendo le indicazioni stradali!
Quindi  continuo lungo la S.P. 10 e dopo 50 km mangio la prima barretta energetica. Meglio mangiare prima che venga fame e bere prima che venga sete, questa dovrebbe essere la regola.
Dopo 70 chilometri di sali scendi senza niente di impegnativo, pedalando al risparmio, arrivo a Venosa, la città di Orazio.
Sono le 9.50.
Mi fermo in una piazzetta in centro, nei pressi di Via Vittorio Emanuele.
Una grande fontana funge da rondò, mentre poco più a detsra ce n'è una più piccola. Mi siedo all'ombra nella piazzetta, mangio uno dei tranci dei panini che ho nel marsupio, bevo e riempio l'acqua.
Chiedo ad un autotrasportatore quale sia la strada più comoda per Rionero in Vulture. Mi dice che in bici sarebbe meglio fare quella più corta. Come dargli torto!
Il problema è che la stanno allargando, che è tutta salita, curve e "ngann a soul"....non c'è speranza di trovare riparo dagli alberi.
Ringrazio e proseguo!
Percorro la Via Appia uscendo dal paesino lucano, stando attento a svoltare  per Ginestra e non per Ripacandida da dove, come mi aveva messo in guardia il venosino autotrasportatore, non sarei più arrivato a Rionero. E, visto il tono del concittadino di Orazio, ho prestato particolare attenzione a non sbagliare strada.
Intanto comincia a far caldo. Ma la temperatura è ancora piacevole. E lo devono sapere anche quei ragazzi che si divertono al VenosaPark.

Venosapark (google image)
Intanto la strada comincia a salire leggermente, poi scende nuovamente per un paio di chilometri. Me la godo!
Ecco quindi la strada in manutenzione, per fortuna praticabile.
Si sale per 4 km al 5% tra una serie di tornanti proprio fino al bivio per Ripacandida. Io continuo dritto, attraverso Ginestra e scendo a valle per 3 Km.
Prima però faccio qualche scatto!

Monte Vulture visto
da Ginestra
Da quel punto dovrò affrontare 17 km di salita al 5,5% di media e con punte fino al 14%.
I km più duri sono i primi 3 che hanno una pendenza media quasi del 10% con tratti al 15%.
Il Monte Vulture è sempre più vicino, prprio sopra di me. 
A Rionero ci arrivo abbastanza fresco. Mi son risparmiato.
Faccio una sosta e in un bar prendo una bottiglietta d'acqua che ingollo tutta d'un fiato. Riparto per i laghi, ma le indicazioni stradali non mi aiutano e per un pò zig zagando tra rotonde e saliscendi mi godo il pasese sul Monte Vulture.
Chiedo informazioni ed un gruppo di ragazzi che stanno scaricando della merce per un supermercato. Mi avvertono che per i laghi ci vogliono ancora 12 km  e più della metà in salita.
Gli dico che ce la metterò tutta per non farla a piedi. Mi salutano e riparto.
8 km al 4,5% con punte al 14% che portano fino al valico posto a 900 mt. slm.

Quota 835, il valico è posto più su.
Pensavo che la salita fosse finita!

Pedalo al risparmio, con la testa all'insù. Il cucuzzolo del monte Vulture è ormai sopra il mio caschetto....quasi posso tocccarlo.
Son a pochi giri di pedivella dai laghi. Mi separano dalla pausa solo 3 km di discesa tra i tornanti immersi nel bosco e al fresco.

Finalmente ci sono!! Quando sgancio i pedali manca un quarto a mezzogiorno e sono a 8 km dalla Campania!
Che pace!


C'è gente che passeggia, c'è qualche ragazzo in moto, altri pedalano sul lago con il pedalò. Un vocio calmo riempie l'aria fresca, mentre i venditori cominciano ad allestire i bar-ristoranti con bancarelle annesse.

Scelgo una panchina, compro due bottiglie d'acqua, mi rilasso e mangio. Questa volta ho fame!
Foto di rito e mi godo il paesaggio.
Era proprio quello che volevo. Faccio pipì!!!!




Dopo avrer comprato un souvenir, a malincuore, riaggancio i pedali e comincio il percorso a ritroso.
Salgo nel bosco tra la fitta vegetazione. Supero il valico di quota 875 mt.  e scendo verso Rionero.
Questa volta prendo direzione Barile. Attraverso il piccolo paese e comincio la discesa a valle.
Poi di nuovo su, verso Ginestra. Intanto il Monte Vulture si allontana alle mie spalle.
Dopo 4 km al 9% di media con punte del 15% scollino e continuo verso Venosa.
E l'una, ed è la giornata più calda da quando l'estate è cominciata.
Salire per 4 km al 9% è dura! E' stata dura. Ma non impossibile. Una borraccia è andata subito via per bagnarmi costantemente. L'altra l'ho svuotata prorpio a Venosa dove, quando tutti erano a pranzo, ho riempito le mie borracce alla solita fontana.
Una breve pausa. Giusto il tempo necessario per rinfrescarmi e per mangiare un altro boccone. Una barretta, quasi sciolta, divorata in due morsi.
Fa caldo ed è meglio proseguire.
Tra sali scendi in non molto arrivo a Palazzo San Gervaso.
Mi alzo sui pedali su di uno strappetto. Il peso sulla gamba destra, un movimento strano del piede e un fastidio al tendine d'achille che mi accompagnerà fino a casa.
I pensieri allegri e le canzonette che avevo nella mente fino a poco prima stanno lasciando il posto a impropreri vari. Il caldo da alla testa e il gps fa fatica a segnare anche 24 km/h.
Quando arrivo a Spinazzola mancano 36 km e sono le 15.00 in punto.
Mi rinfresco con altre bottiglie di acqua, una red bull e mangio l'ultimo pezzo che mi è rimasto del panino. La barretta non ho provato nememno ad aprirla perchè, forse, a quella temperatura si era liquefatta.
Ho pensato che  a quel punto un altro panino non lo avrei rifiutato.
Meglio riportare qualcosa indietro a casa pittosto che rimanere in bici con la pancia e le tasche vuote!
Riempio le borracce e dopo essermi rinfrescato all'ombra, seduto comodamente ai tavolini del bar della stazione di servizio, raggancio i pedali e riparto.
Dopo pochi chilometri l'acqua nelle borracce, però, è già calda. E' imbevibile e non è nemmeno di aiuto per rinfrescarsi un pò.
Il vento, caldo e contrario che trovo sulla strada, fa bollire me e l'acqua nelle mie borracce.
La sosta a Poggiorsini è tanto gradita, quanto necessaria.
Ancora liquidi e riposo.
Un gruppo di ragazzi in canottiera sul muretto della stazione di servizio-bar dove ho accostato la mia bdc, mi fa domande sulla bici (prezzo-peso), il percorso, il caldo...su tutto insomma. Sono incuriositi da questo ragazzo sudaticcio con occhiali e caschetto, che con la maglia completamente aperta e fascia cardio in mostra e maniche arrotolate beve una bottiglietta d'acqua da mezzo litro in un sorso, quando loro non sono riusciti nemmeno a tirare una boccata dalla loro sigaretta. 
Rispondo volentieri alle loro domande. Quelle risate e quella breve compagnia, mi hanno fatto allentare la tensione accumulata per il troppo caldo negli ultimi chilometri e mi ridanno le energie giuste per affrontare i 16 km che rimangono prima di abbatere il muro dei 200.
E così con il sorriso in volto, dopo le raccomandazioni dei miei amici, aggancio per l'ultima volta i pedali e, vento caldo in faccia, mi dirigo verso casa! Contento come non mai di rientrare nel mio paese... almeno per oggi.
Ora rimpiango di non aver pensato di chiedere a quei ragazzi di farmi una foto ricordo con il cellulare.!!!!
Quando entro a Gravina da via Spinazzola sono le 16.30 e l'ultima fatica che mi attende per oggi è via Bari e la bici in spalla per un piano, fin dentro casa.

Questa la traccia del percorso.

2 commenti:

  1. Bella pedalata!
    La prendo come ispirazione per arrivarci anch'io a fare così tanti km in un giorno solo

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  2. Davvero interessate, prenderò da spunto per i miei prossimi primi 200 km

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